É stato presentato oggi al MIA Lucana Doc, il bando di Lucana Film Commission, che uscirà a metà della settimana prossima e scadrà il 31 dicembre 2023.
“Una denominazione che racchiude due vocazioni del bando: il radicamento nel territorio, e l’aver individuato in questa forma audiovisiva quella più adatta a raccontare il patrimonio territoriale e culturale della regione” ha spiegato Margherita Romaniello, presidente di Lucana Film Commission. “Non a caso il prodotto più visto su Netflix questa settimana è la docu serie su David Beckamp: un esempio di quanto è diventato potente questo formato audiovisivo.” Ha proseguito Riccardo Romani, consigliere della Lucana Film Commission e documentarista, illustrando le principali caratteristiche del bando, primo fra tutti la dotazione:
Un milione di euro spalmati su 4 documentari: “è una proposta d’impatto e corrisponde ad una scelta editoriale precisa, declinata su quattro assi narrativi: ci poniamo come una sorta di grande casa di produzione, e abbiamo quindi definito degli spazi entro cui devono collocarsi le proposte.”
Sono: Lucana Dreamers (per documentari che valorizzino luoghi reali avvolti da racconti fantastici, esoterici, e popolati da figure leggendarie e mitologiche); Lucania Sales per Aquam (cerca documentari come veicoli per raccontare un mondo sostenibile); Lucania Energia della Terra (la Basilicata è terra di energia e di energie e il documentario può essere uno strumento per rivelare in che modo il futuro cambierà le nostre esistenze), e Lucana Carpe Diem, che vede il documentario come viaggio anche spirituale attraverso le anime presenti e passate che ne popolano il territorio.
“Il bando offre la possibilità di accompagnare progetti molto ambiziosi, anche a livello di internazionalizzazione, e progetti di giovani talenti. E un po’ un primo atto ufficiale con cui ci mettiamo presentiamo sul mercato” Conclude Romani. Anche se, aggiunge Romaniello, sollecitata dalla platea: “esiste già anche un bando dedicato alla finzione, del valore di poco più di 1 milione di euro.” Ma, ribadisce, riportando il discorso sul documentario, “puntiamo su questa forma versatile e declinabile in vari formati (docs-serie, docs-fiction) e auspichiamo venga raccolto da produzioni importanti, ma anche dalle produzioni locali, dai nostri giovani e talentosi produttori, pensando ai quali abbiamo allargato molto le maglie di questo bando anche dal punto di vista delle premialità.”
L’arrivo di questi nuovo fondi si inserisce in un trend di crescita delle dotazioni dei bandi regionali: “quest’anno siamo a circa 65 milioni di euro, -ha specificato Bruno Zambardino, Affari UE e coordinamento istituzionale Italy for Movies per la DGCA- MiC- Lunedì scorso abbiamo presentato il report sulle produzioni sostenute e i numeri dei documentari sono molto cresciuti, è un formato che viaggia molto.”
Zambardino ha illustrato il portale di Italy for Movies, e ha parlato dei percorsi di formazione che Cinecittà organizza in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, strutturati su tre grandi aree professionali: area di management, area tecnica-artistica e area delle maestranze. “Alcuni territori hanno mostrato interesse per questo tipo di attività e abbiamo già stretto accordi con la Calabria, ad esempio, abbiamo avviato un’interlocuzione anche con l’Umbria, e magari lo faremo anche con Lucania.”
Sono in partenza, inoltre, delle botteghe dedicate alla falegnameria, a make-up&hair, ai costumi, un corso sulla virtual production realizzato in collaborazione con Rainbow e sull’archivio storico (corsi di professionalizzazione relativi alla conservazione e valorizzazione del patrimonio). Tutti riuniti sotto il brand Luce Lab Cinecittà.
Sull’utilità dell’estensione di questi percorsi di formazione nelle varie regioni concorda decisamente Romaniello: “le figure che ci sono state più richieste dalle ultime serie che hanno girato da noi sono state quelle dei sarti, dei falegnami, degli scenografi e dei virtual creators.”