Dodici film , “una magnifica dozzina”: così ha enfatizzato il direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Alberto Barbera, presentando stamattina, 23 luglio, il cartellone della 81a edizione. Cinque film sono in Concorso, tre in Orizzonti, due in Orizzonti Extra, due Fuori Concorso.
Preceduto dall’introduzione di Pietrangelo Buttafuoco, neo presidente della Biennale, che ha riconosciuto alla Mostra il “potere oracolare di leggere le realtà in atto e captare le tendenze prossime venture”, Barbera ha illustrato i titoli che animeranno le giornate della manifestazione dal 28 agosto al 9 settembre.
I cinque italiani in concorso.
Gianni Amelio in Campo di Battaglia sposta l’obiettivo sui morti per la “spagnola”, epidemia che sembra abbia superato, per numero di vittime, i caduti nella prima guerra mondiale ( protagonisti Alessandro Borghi e Gabriel Montesi); anche Maura del Pero rievoca la fine di una guerra, ma siamo alla seconda, in Vermiglio, suo secondo lungometraggio dopo Maternal premiato a Berlino : Vermiglio è il nome di un villaggio al confine con l’Austria di cui la regista ricostruisce la quotidianità, con un chiaro riferimento linguistico a L’albero degli Zoccoli di Ermanno Olmi (non è un caso che la maggior parte degli interpreti siano attori non professionisti). Altro titolo italiano, ma, come ormai è consuetudine, con ambizioni internazionali ( è girato in lingua inglese) è Queer , che Luca Guadagnino ha tratto dall’omonimo romanzo di William S. Burroughs con l’interpretazione di Daniel Craig. Il film che Guadagnino “ha sempre voluto portare su grande schermo”, ha ricordato Barbera, è stato girato a Cinecittà dove è stato ricostruito un intero quartiere messicano, rappresentando “un grande sforzo produttivo”. Con Iddu – Sicilian Letters, Fabio Grassadoniae Antonio Piazza ci riportano nella dolorosa attualità italiana, ispirandosi alle vicende del capo mafia Matteo Messina Denaro (protagonisti Elio Germano, Toni Servillo e Barbora Bobulova), mentre agli antipodi Giulia Louise Steigerwalt in Diva Futura “con un linguaggio pop” c’immerge nella biografia di Riccardo Schicchi, “il re del porno italiano”, personaggio (interpretato da Pietro Castellitto) che ha segnato la storia del costume italiano.
La coppia italiana Fuori Concorso è composta da L’Orto Americano , “thriller soprannaturale” di Pupi Avati interpretato da Filippo Scotti, e Il tempo che ci vuole, film autobiografico dove Francesca Comencini racconta il suo rapporto con il padre Luigi (interpretato da Fabrizio Gifuni).
Nella sezione Orizzonti l’apertura, già anticipata, è di Nonostante di Valerio Mastandrea, una riflessione sulla vita alla soglia di quel che c’è dopo (nel cast Dolores Fonzi e Lino Musella tra gli altri); corrono anche Familia di Francesco Costabile, autore fedele alle tematiche sociali (esordì a Berlino 2022 con Una femmina), qui riproposte nella vicenda, realmente accaduta, di una famiglia vittima di un padre violento; e Diciannove , film coming of age diretto da Giovanni Tortorici. Chiudono la “dozzina” La storia di Frank e della Nina di Paola Randi e Vittoria di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, ambedue in Orizzonti Extra.
In Orizzonti c’è anche un film di co-produzione italiana e molto legato al Friuli Venezia Giulia: è Whishing on a Star di Peter Kerekes, che ha per protagonista un’astrologa napoletana che promette ai propri clienti di cambiare il loro destino se a se accettano di fare un viaggio in angoli remoti del globo. Il film, co-prodotto da Erica Barbiani per Videomante, vincitore di When East Meets West nel 2017, è supportato anche dal Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e dalla FVG Film Commission, oltre che da Media Creative Europe, Eurimages, il film fund slovacco e ceco.
Anche quest’anno la Mostra ha “catturato” firme di prestigio internazionale con molte star al seguito.Tra i 21 titoli in concorso, spiccano The Room Next Door, primo film girato in inglese diPedro Almodovar, con Tilda Swinton Julianne Moore e John Turturro, l’attesissimo Joker, Folie A’ Deux diTodd Phillips, secondo capitolo del film sul personaggio di DC Comics, con Joaquin Phoenix e Lady Gaga; Maria, nuovo biopic di Pablo Larrain, stavolta su Maria Callas, interpretata da Angelina Jolie (tra gli interpreti anche Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher); The Order di Justine Kurzel, thriller con Jude Law nei panni di un agente dell’FBI che negli anni 80 indaga su una banda di suprematisti bianchi; il thriller erotico Baby Girl di Halina Rejin con Nicole Kidman e Antonio Banderas. Fuori Concorso Wolfs di Jon Watts con Brad Pitt e George Clooney, Finalement di Claude Lelouch, e la trionfale apertura di Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton con un cast stellare: Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Justin Theroux, Monica Bellucci, Arthur Conti, Jenna Ortega, Willem Dafoe .
E per ultima, ma non ultima, la serie Leopardi, il poeta dell’infinito,diretto da Sergio Rubini(245 minuti), cui è dedicata la proiezione speciale delle parti 1 e 2.
Si può, infine, concludere che filo conduttore di questa edizione è senz’altro – come ha sottolineato Barbera- la lunghezza dei film; la maggior parte supera le canoniche due ore, fino ad arrivare alle quattro serie “d’autore”: Disclaimer di Alfonso Cuaron, con Kate Blanchet e Kevin Kline (durata: 343 minuti), Los Aňos Nuevos di Rodrigo Sorogoyen (448 minuti) Familier Som Vores di Thomas Winterberg ( 345 minuti )e M Il figlio del secolo che Joe Wright ha tratto dal libro di Antonio Scurati (412 minuti).
Una “escaletion temporale” che rappresenta “una sfida per gli spettatori e una scommessa per il programma della Mostra”, rivelando un nuovo approccio stilistico, la “tentazione” da parte dei registi di cinema – ha commentato Barbera -di “un nuovo formato”.
fonte: @cinemaevideo